Maggio 6, 2024

Sciopero generale, Cgil-Uil vanno avanti. Salvini: “Così scatta precettazione”

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(Adnkronos) – Resta confermato lo sciopero generale di venerdì 17 novembre contro la Manovra del governo, ma è scontro aperto tra Cgil e Uil e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini. "Se entro oggi i sindacati non tornano nel rispetto della legge, farò quello che la legge mi permette di fare ed entro la mezzanotte di stasera farò partire la precettazione", ha dichiarato il vicepremier, ribadendo che "il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma bloccare un intero Paese per 24 ore non è ammissibile".
 

 "Confermiamo lo sciopero generale di venerdì 17 novembre come atto di responsabilità, non abbiamo intenzione di fare ricorso", ha affermato dal canto suo il leader della Cgil Maurizio Landini ai microfoni di Radio 24, aggiungendo che "troveremmo sgradevole se il ministro Salvini pensasse di fare interventi d'autorità, perché vorrebbe dire una volontà politica precisa di mettere in discussione il diritto delle persone sancito dalla nostra Costituzione a scioperare". "Mi auguro che non si superino i limiti e prevalga l'intelligenza del governo, – ha aggiunto – se dovessero arrivare a un atto di quel genere, è chiaro che sarebbe un attacco diretto non al sindacato ma al diritto dei cittadini di scioperare". Landini ha spiegato di aver "esentato il trasporto aereo e portato a quattro ore, dalle 9 alle 13, quello dei vigili del fuoco" e ha definito "sbagliata l'interpretazione della Commissione che dice che non è sciopero generale. Mette in discussione un diritto. – ha spiegato – E' una interpretazione compiacente" e viene "utilizzata dal ministro Salvini in modo strumentale". "Dire che questo non è uno sciopero generale e chiederci di cambiare soprattutto sui trasporti come se fosse uno sciopero di categoria – ha aggiunto – è un evidente forzatura politica, una compiacenza della commissione per un uso che il governo sta facendo".   "Io devo garantire il diritto alla mobilità a 60 milioni di italiani, è il lavoro per cui mi state pagando lo stipendio oggi: garantire la circolazione con tutti gli imprevisti che ci possono essere sui treni, sulle strade autostrade, nei porti e negli aeroporti", ha detto Salvini, spiegando a 'Radio anch'io' su Rai Radio Uno che "la commissione di garanzia degli scioperi non è un organismo di partito di Matteo Salvini, ma dice: scioperate pure ma limitate ad alcune fasce orarie e ad alcuni servizi 4 ore, a 8 ore, in alcuni settori. Ebbene Cgil e Uil hanno detto no, non limitiamo. Quindi il Paese sarebbe fermo non solo venerdì ma disagi inizierebbero giovedì 16 e finirebbero sabato 18". "Il problema di principio è che una minoranza, perché sono due sindacati su decine di sindacati, negano il diritto al lavoro a 20 milioni di italiani – ha aggiunto – che sono quelli che nel giorno medio sono quelli che prendono autobus, tram, metropolitana e treno. Se uno ha prenotato una visita medica venerdì o va per appuntamenti di lavoro per tutto il giorno è lesivo per la stragrande maggioranza dei lavoratori".  Le pronunce della Commissione di Garanzia "sono degli indirizzi, delle indicazioni che la Commissione dà e che se noi non rispettiamo probabilmente i nostri comportamenti saranno sanzionati. Noi andiamo avanti. Sul diritto allo sciopero non siamo disponibili a farci intimorire da nessuno", ha detto il segretario nazionale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.  "Se noi proclamiamo uno sciopero generale del trasporto, del pubblico impiego, delle poste, ed è uno sciopero articolato anche per aree territoriali, se non è uno sciopero generale questo, allora qual è? E' chiaro che noi rileviamo che ci sia un intervento sulle scelte di Cgil, Cisl e Uil e un silenzio preoccupante sugli scioperi che ad esempio sono stati fatti ad ottobre – ha sostenuto Bombardieri – Chiedete a Salvini perché non ha fatto nessun intervento alla Commissione per gli scioperi indetti dai sindacati autonomi nel mese di ottobre. Ecco, magari potrebbero spiegare queste cose invece di insultarmi". "Noi lo sciopero non lo ritiriamo. Abbiamo già mandato una lettera alla Commissione di Garanzia nella quale per senso di responsabilità abbiamo escluso il trasporto aereo, anche perché non sono stati identificati i voli, come si sarebbe dovuto fare, che avrebbero in qualche modo permesso di rispettare le fasce di garanzia. Se si arriva alla precettazione, la sensazione è che si mette in discussione il diritto di sciopero in questo Paese". "Lo sciopero non è messo in discussione – ha aggiunto Bombardieri – Aspettiamo di vedere se e quali settori che saranno precettati. Ricordo che ci sono le fasce di garanzia anche nei settori pubblici. Quindi una precettazione non serve. Se la scelta del Governo è questa ne trarremo le conseguenze".  Con una lettera inviata al presidente Walter Rizzetto, i componenti della commissione Lavoro della Camera del Partito Democratico hanno chiesto l’immediata convocazione del presidente della commissione di garanzia. Questo il testo della lettera: "Gentile Presidente, alla luce dei recenti pronunciamenti in materia di legittimo esercizio del diritto di sciopero e ai fini di una più completa e circostanziata valutazione parlamentare al riguardo, il Gruppo del Partito Democratico chiede l'immediata convocazione del Presidente della Commissione di garanzia di cui alla legge 12 giugno 1990, n. 146. Certi della sua attivazione, Arturo Scotto, Chiara Gribaudo, Emiliano Fossi, Mauro Laus, Marco Sarracino".  “Ciascuno può decidere di proclamare lo sciopero e altre forme di protesta: io ho il dovere di dire al paese qual è la realtà della manovra economica. Forse ci aspettavamo dei giudizi diversi proprio da coloro che è chiaro a tutti sono al centro delle nostre intenzioni, i lavoratori e le loro famiglie e le imprese e coloro che con esse affrontano la competizione internazionale”, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. "Questa è una manovra – afferma- che destina tutte le risorse sul fronte del lavoro e delle imprese, a fronte di due grandi zavorre di cui tutti siamo consapevoli che ci deriva dal Bonus 110 (almeno 20 miliardi solo nella contabilità pubblica del prossimo anno) e quello che ci deriva da un alto debito pubblico che dobbiamo finanziare con un tasso di interesse maggiore rispetto al passato per le decisioni improvvide della Banca centrale europea che ha determinato 10 rialzi consecutivi dei tassi in pochi mesi”.    —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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