Aprile 26, 2024

Ipogeo piazza Garibaldi: mostra sguardi d’autore, tempi e luci sulla città

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Inaugurazione della mostra fotografica all’Ipogeo a Piazza Garibaldi

TERAMO La mostra propone quattro sguardi d’autore sulla Città di Teramo.

Quattro sguardi diversi che ricercano un’identità autentica dei luoghi, attraverso l’utilizzo di tecniche e metodi espressivi autonomi e distinti.

I quattro autori – fotografi professionisti -restituiscono, ognuno a suo modo e assecondando la propria sensibilità, la loro personale visione della Città, modellando ciascuno un percorso di ricerca del tutto inedito.

Il progetto e la realizzazione della mostra sono a cura di Ricerche&Redazioni.

GLI AUTORI

MAURIZIO ANSELMI

Nato a Teramo nel 1957, inizia l’attività di fotografo pubblicitario negli anni ‘80: sue immagini compaiono sulle maggiori riviste nazionali. La sua ricerca in campo culturale è incentrata in gran parte sul patrimonio artistico abruzzese. Dal 2003 al 2007 è fotografo del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. Nel 2009 pubblica il volume Ager Praetutianus. Nel 2010 realizza la mostra Le Storie degli altri: alcune immagini esposte vengono pubblicate su “Hasselblad Bulletin”. Nel 2013 il progetto “Ritratti di Pastori” viene pubblicato a livello internazionale su sito Hasselblad.

ARMANDO DI ANTONIO

Inizia a fotografare intorno agli anni ‘70, colpito soprattutto dalle possibilità creative della camera oscura. Negli anni ’80 è cofondatore del “Gruppo Stimmung” e nel 1986 inizia a lavorare come fotoreporter per il quotidiano “Il Messaggero”. Nel 1989 conosce Mario Giacomelli, uno dei maestri della fotografia contemporanea, con il quale svilupperà un intenso rapporto di amicizia e collaborazione. Insieme agli amici di Stimmung nel ’92 nasce Metafore dell’assenza, catalogo di una mostra itinerante che ha toccato varie città italiane. Sue opere sono conservate in diverse. gallerie e musei italiani

MARCO DIVITINI

Nasce a Brescia nel 1960 e consegue il diploma presso la Scuola d’Arte della sua città natale. È fotografo professionista dal 1984, vive e lavora a Teramo. La spinta a interpretare la fotografia in modo diverso, lo avvicina alla tecnica dell’infrarosso in bianco e nero, che consente di utilizzare uno spettro che va oltre quello della luce visibile. Riesce così a riprodurre architetture, territori e paesaggi in una dimensione onirica che svela un’altra realtà, una “realtà alternativa”. Tanti i riconoscimenti e i premi ottenuti in ambiti diversi.

GIAMPIERO MARCOCCI

Fotografa dal 1994. Ha frequentato l’ISFCI di Roma. Tra le esposizioni più importanti la 54ª Biennale di Venezia, la New York Biennale Art, la Triennale di Arte Sacra Contemporanea, il Premio Termoli, la Biennale di Arte Sacra Contemporanea. Vincitore del Premio Ventaglio d’Oro al Premio Arte Mondadori, dei Premi Gold, Silver e Bronze Awards a Orvieto Fotografia, finalista al Premio Pagine Bianche d’Autore; Segnalato al Combat Prize e al Premio Celeste. Vincitore Residenza al Premio O.R.A. È tra i vincitori del concorso internazionale Change.

I LAVORI IN MOSTRA

MAURIZIO ANSELMI

Il rapporto tra immagine fotografica e paesaggio urbano, la capacità indagatrice dello sguardo, un tentativo di far affiorare la bellezza da contesti eterogenei e discontinui della nostra città.

Una lettura del quotidiano con un atteggiamento “altro” e un accostarsi a un’idea diversa di paesaggio in cui l’asimmetria, la molteplicità, l’insolito, l’ibrido, il contrasto e il difforme diventano qualità estetiche.

ARMANDO DI ANTONIO

Le foto esposte in questa mostra fanno parte di un lavoro realizzato nei primi anni ‘90.

Le immagini riguardano soprattutto il verde urbano nel senso che la natura, se lasciata a se stessa, tende a riappropriarsi dei prorpi spazi.

Ma l’aspetto che mi ha colpito di più, rivedendo queste immagini dopo tanti anni, è il cambiamento della percezione della realtà che è avvenuto in maniera repentina dopo l’avvento del digitale.

MARCO DIVITINI

Quindici immagini in bianco e nero realizzate impiegando la particolare tecnica dell’infrarosso.

L’utilizzo di uno spettro che va oltre quello della luce visibile ha consentito all’autore di riprodurre architetture cittadine storiche e religiose nonché location urbane che, pur rimanendo ogni giorno sotto gli occhi di tutti, si propongono all’osservatore in una visione diversa e di grande effetto.

La sensibilità del fotografo, le felici inquadrature e l’armonia compositiva donano così allo spettatore l’opportunità di calarsi in una “realtà alternativa”.

GIAMPIERO MARCOCCI

Post fata resurgo

Uno sguardo ferito, dolente, rabbioso, viscerale, disperato.

Uno sguardo realistico, che non dimentica però la bellezza unica di questa città.

Uno sguardo che vorrebbe accompagnare e sostenere il volo dell’antica Urbe, come quello della fenice, simbolo della luce solare e dell’immortalità, speranza di una Urgente Rinascita.

“Io sono Fenice, rinata dalle ceneri, più forte, più pura e più bella che mai”.

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