Aprile 30, 2024

Shoah: L’opera lirica per il Giorno della Memoria al teatro Marrucino di Chieti

Shoah: L'opera lirica per il Giorno della Memoria al teatro Marrucino di Chieti

Sharing is caring!

Shoah, la Memoria-la Speranza-la Vita. Musica di Luciano Bellini. Testi di e a cura di Maria Mencarelli

CHIETI Shoah la Memoria-la Speranza-la Vita è l’unica opera lirica italiana che abbia per soggetto esplicito la Shoah ed è divisa in tre parti: i Bambini, il Viaggio, Shoah.

E’ stata realizzata su commissione del Teatro Marrucino di Chieti per il giorno della Memoria nel 2009. Ha avuto poi molte repliche presso numerose altri sedi (L’Aquila, Avezzano, Roma, Pescara).

Nell’affrontare il tema della Shoah, gli autori, figli del dopoguerra, che non sono ebrei e non hanno avuto diretta esperienza dei campi di concentramento, hanno inteso assumere nella Cantata il punto di vista di spettatori partecipi e consapevoli,

Raccontare la Shoah, il suo insensato e terribile disegno, è come guadare un fiume in piena cercando appigli, punti d’appoggio per non essere travolti dalla corrente. … abbiamo preferito dare voce a testimoni diretti di quei fatti o ad autori che li hanno raccontati nelle loro opere.

Questo procedere per suggestioni emotive, che evocano quasi visivamente episodi e momenti di vita, vuole restituire alle persone la loro singolarità, ripercorrere il loro sconcerto nell’essere trasformati di colpo in un mucchio indistinto e senza nome: vite spezzate nel loro quotidiano svolgersi tra gioie, scherzi, preoccupazioni e legami.

Il fluire della musica accompagna questo susseguirsi di stati d’animo esprimendo i vissuti delle persone protagoniste, loro malgrado, di un evento tragico ed epico.   

La Cantata affronta il tema della Shoah, accostando idealmente lo sterminio degli ebrei a quello di altri popoli che hanno subìto lo stesso tragico destino nel corso del ‘900: armeni, zingari, curdi, slavi, 

Testi originali si alternano a una scelta selezionata di autori appartenenti a culture diverse, testimoni o interpreti di quelle vicende, con l’invito a varcare, nel compianto, le frontiere etniche, culturali, politiche.

A Primo Levi, del quale vengono selezionati anche brani meno noti di poesie, si affiancano versi di Charles Beaudelaire, Salvatore Quasimodo, Wislawa Szymborska, Ingeborg Bachman, Paul Celan, Joyce Lussu, Razim Sedic, mentre tutto si apre con una citazione di Giovanni Cascio Patrilli.  La Cantata è un esplicito omaggio ai poeti, a coloro che hanno dato parole a ciò che sarebbe stato solo silenzio. Ma non è una strada senza contraddizioni, combattuti fra il desiderio di rimuovere il dolore e il bisogno di ‘narrarlo’, di conoscerlo, per fare della coscienza un antidoto ad ogni pensiero totalitario e semplicistico. 

La Cantata diventa un inno alla vita, all’arte, un elogio della diversità e della fantasia con la lirica e l’ineguagliabile testimonianza di Etty Hillesum, unita all’inedita elegia poetica di Marc Chagall.

La musica enfatizza e sublima il senso delle parole, si estende in un linguaggio vario politonale che si spinge fino a una moderata atonalità da cui emergono di volta in volta motivi popolari o tradizionali dei singoli Paesi.

Tutta l’opera si coagula intorno ad un breve ed intenso Leit Motiv, una sorta di Central Tone che appare all’inizio e alla fine dell’Opera, e – come collegamento – tra le varie parti più significative.

La seconda parte in particolare è ricca di ritmi e melodie tipiche di musiche che evocano le culture di Zingari, Armeni, Kurdi, Ruandesi, Slavi, mentre nella terza parte sono citati temi, ritmi e melismi tipici di preghiere ebraiche e di canzoncine militari tedesche.

Per finire, nella parte dedicata ai Rom e ai Sinti, emerge un’esplicita citazione di Khorakané, splendida canzone ispirata agli zingari di Fabrizio De André.

La Cantata è dedicata alla memoria dei tanti bambini Ebrei uccisi, ma anche dei bambini Palestinesi, Africani e Asiatici sacrificati sull’altare di odiose e assurde guerre concepite oltre ogni logica e ragione.

È un’opera che sa parlare al pubblico commuovendolo ma lasciando anche tracce culturali importanti di diversità, come un viaggio nel tempo e nello spazio verso un orizzonte di consapevolezza, contro ogni rimozione e nel rispetto della verità e della diversità.

L’Opera Shoah ha ricevuto l’alto patrocinio del Centro Culturale Ebraico “I Pitigliani” e il vivo apprezzamento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

About Author