Aprile 23, 2024

Inciviltà al motoraduno a Campo Imperatore

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La stazione ornitologica abruzzese denuncia ancora una volta lo scempio avvenuto a Campo Imperatore durante il motoraduno.

 

CAMPO IMPERATORE “Altre foto inquietanti del motoraduno continuano ad emergere setacciando il web -dichiara  la stazione ornitologica abruzzese-  Intanto c’eravamo posti una domanda retorica sulle modalità di gestione dei “bisogni” di un migliaio di persone (stima degli organizzatori) radunati su ambienti delicatissimi. Ecco, abbiamo trovato una foto inequivocabile postata da uno dei partecipanti che alleghiamo.Inoltre, rispetto ai rifiuti, nei commenti alcuni di coloro che dicono di aver partecipato ammettono che c’era un forte vento. Lasciamo immaginare la fine di piatti di plastica, bicchieri ecc. Da quanto abbiamo potuto accertare vi era stata una segnalazione dettagliata dell’Associazione Appennino Ecosistema su questo evento già a Maggio scorso all’Ente Parco e ai Carabinieri-Forestali. Questi ultimi a giugno avevano risposto che non vi era alcuna autorizzazione al campeggio. Non sappiamo cosa è accaduto dopo se non il delirio che poi si è verificato sul campo.Fatto sta che le immagini delle centinaia di moto e di camper sulle rarissime e delicatissime praterie d’altitudine sono veramente incredibili.
Ovviamente invieremo tutto alla Commissione Europea che finanza progetti da milioni di euro per salvaguardare questi ambienti. Il calpestio è uno dei problemi più rilevanti per gli habitat di prateria per non parlare dell’effetto del rumore insistente e reiterato sulla riproduzione di rare specie di uccelli che nidificano nella piana”.

“Chiederemo anche lumi alle strutture nazionali dei carabinieri perchè tutto ciò è accaduto nonostante specifiche segnalazioni- conclude la stazione ornitologica abruzzese-  Da un lato si vietano sagre nei paesi per il ferreo regolamento sulla sicurezza, dall’altro 700 moto si possono dare appuntamento nel cuore di un Parco nazionale per bivaccare in un clima caotico senza che nessuno intervenga. Una vergogna”.

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