Dicembre 27, 2025

Corte dei Conti, dal Senato via libera alla riforma

Corte dei Conti, dal Senato via libera alla riforma

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(Adnkronos) – L'aula del Senato ha approvato in via definitiva con 93 sì, 51 no e 5 astenuti la riforma della Corte dei Conti.  "Oggi si scrive una pagina buia per tutti i cittadini: il Senato della Repubblica ha approvato la riforma della Corte dei conti, magistratura chiamata dalla Costituzione a garantire che le risorse pubbliche siano destinate ai servizi alla collettività e non siano sprecate, per imperizia o corruzione" scrive 'Associazione Magistrati della Corte dei conti. "Si tratta di una scelta che segna un passo indietro nella tutela dei bilanci pubblici e inaugura una fase in cui il principio di responsabilità nella gestione del denaro dei cittadini risulta sensibilmente indebolito".  Da oggi, sottolinea l'associazione, "in presenza di grave colpa, il danno arrecato alle finanze pubbliche sarà risarcibile solo entro il limite massimo del 30% del pregiudizio accertato. La parte restante non verrà recuperata e resterà a carico della collettività. Ulteriori forti preoccupazioni suscitano l’introduzione di meccanismi di esonero automatico dalla responsabilità, legati al silenzio della Corte dei conti in sede di controllo di legittimità o di parere. In questo modo, l’assenza di una pronuncia esplicita della Magistratura contabile rischia di trasformarsi in una giustificazione automatica, piegando tali funzioni a logiche di esclusione della responsabilità piuttosto che di miglioramento dei servizi". La riforma, conclude l'Associazione, "incide negativamente sui principi di legalità, responsabilità e buon andamento dell’amministrazione, sanciti dalla Costituzione, e solleva un tema centrale di equità: le risorse pubbliche appartengono a tutti e la loro tutela richiede forme di responsabilità effettive e credibili. Una maggiore efficienza dell’amministrazione non si ottiene riducendo il ruolo della Magistratura contabile, ma valorizzando il presidio indipendente e imparziale a garanzia del corretto utilizzo del denaro pubblico".  ''Non c'è nessuna vendetta perché l'iter di questa riforma parte all'incirca due anni fa" dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. "In Senato è approdata nel marzo di quest'anno, vi è stata una serie di audizioni. Legarla al provvedimento della magistratura contabile sul ponte dello stretto che è intervenuto poco più di un mese fa, mi sembra, per usare un eufemismo, una forzatura''.  ''Non c'è questa unanimità di dissensi tra i giudici contabili perché più di uno di loro ha manifestato favore nei confronti della riforma. Mentre la riforma era in corso, soprattutto nella parte di approfondimento che ha avuto alla Camera, vi è stata una costante interlocuzione con rappresentanti della Corte dei Conti che ha permesso di modificare più di una delle norme dell'impostazione originaria''. Il sottosegretario difende, poi, il provvedimento da chi fa notare che ci saranno meno controlli sulla politica. "Chi commette dei fatti con dolo che hanno rilievo contabile risponde al 100%, anzi con le maggiorazioni previste – spiega Mantovano -. Quindi non c'è nessuna copertura di frodi, di reati assimilabili per chi determina dei danni per colpa, vi è la previsione di una condanna fino a due anni della sua remunerazione da dipendente pubblico e io credo che per un dipendente pubblico pagare due anni, rimanere per due anni senza stipendio non sia una cosa così leggera''. ''Poi si tratta di decidere se essere ipocriti o meno, perché siamo stati abituati ad accertamenti contabili stratosferici, il cui solo limite era di non andare mai a compimento se non per minime parti. Questa strada individuata è una strada di ragionevolezza e cioè permette, con una sanzione che, ripeto, non è lieve, di determinare certamente una risposta punitiva da parte dell'ordinamento nei confini del della realtà, cioè dell'ottenimento di ciò che quella condotta ha determinato". "Sul 30% ribadisco la necessità di uscire fuori dall'ipocrisia, perché prima eravamo al di sotto del 10% come introiti rispetto all'accertato" dice in riferimento al risarcimento del danno erariale. "Se si arriva al 30% è senza dubbio un vantaggio in più per la collettività e un atteggiamento meno oppressivo per chi comunque non ha commesso queste condotte a seguito di un'attività dolosa, ma perché confuso da orientamenti giurisprudenziali difformi o da norme non ben interpretate".  "È stata approvata, dopo due anni di confronto parlamentare, la riforma che attribuisce alla Corte dei Conti un nuovo ruolo di supporto agli amministratori pubblici, assicurando in via preventiva a quest'ultimi una concreta assistenza nell'articolata gestione delle risorse pubbliche" scrive in una nota il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, primo firmatario e principale promotore parlamentare del provvedimento. "Non si tratta di un semplice aggiustamento tecnico, ma di una svolta politica chiara e coraggiosa: favorire l'assunzione di provvedimenti legittimi in tempi rapidi nella pubblica amministrazione, liberando l'Italia da una burocrazia paralizzante. È una riforma che apre una breccia contro la 'paura della firma', che ha condizionato troppi amministratori e funzionari pubblici nell'esercizio delle loro funzioni. Il principio è semplice e giusto: lo Stato deve vigilare, non paralizzare".  "Essendo indispensabile tutelare la finanza pubblica dagli amministratori infedeli e incompetenti, la riforma – sottolinea – fa emergere da subito la distinzione di comportamento di funzionari attenti e prudenti da quello di funzionari infedeli o incapaci. È una riforma che tutela, dunque, chi lavora in buona fede, distinguendo nettamente gli errori involontari dai comportamenti dolosi o gravemente colposi, evitando cosi il blocco di iniziative strategiche della pubblica amministrazione, per il timore di procedimenti infondati per danno erariale". Insomma, conclude, "contrariamente a quanto interessatamente sostenuto dai suoi oppositori, una riforma che non è fatta contro la magistratura contabile ma per diminuire la burocrazia, favorire la responsabilità, promuovere lo sviluppo: un passo decisivo per un'Italia che decide, realizza e guarda avanti".   "Ancora una importantissima riforma varata dal centrodestra. Con il voto finale sul ddl riguardante le funzioni della Corte dei conti, saniamo un vulnus che va avanti da troppi anni" dichiarano in una nota il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, il vice capogruppo vicario degli azzurri a palazzo Madama, Adriano Paroli, e il senatore e relatore del ddl sulla Corte dei Conti, Pierantonio Zanettin. "L'equilibrio tra l'efficienza dell'amministrazione e il controllo della Corte dei conti si è infatti incrinato nel tempo, trasformandosi in soggezione da parte degli amministratori pubblici e nella costante paura di incorrere in richieste di risarcimento abnormi, a volte a distanza di molto tempo dai fatti contestati. Il risultato è che troppe amministrazioni sono paralizzate e, semplicemente, smettono di decidere. A pagarne il prezzo sono i cittadini. Ecco perché con questo provvedimento, che trae spunto da una sentenza scritta non dal centrodestra ma dalla Corte costituzionale, vogliamo fare chiarezza. Il nostro obiettivo è restituire certezza ed evitare la stasi. Un obiettivo condiviso dalla maggioranza degli amministratori pubblici, a prescindere dal colore politico. Spiace che, ancora una volta, le opposizioni abbiano scelto di voltare le spalle al Paese reale preferendo l'ennesima, sterile polemica".   "Oggi compiamo un altro passo per rendere questo Paese più moderno, efficiente e meno ingabbiato dalle sbarre di eccessivi controlli e dalla burocrazia" commenta la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli. "Alleggeriamo il peso di troppe responsabilità sulle spalle di chi amministra la cosa pubblica, come avevamo già cominciato a fare attraverso l’eliminazione dell’abuso d’ufficio. Con la riforma della Corte dei Conti, approvata oggi in Senato, rendiamo il sistema più equo, i controlli sempre severi ma finalmente giusti e non penalizzanti, o basati sul semplice sospetto, per eliminare la paura di firma dei nostri amministratori, che non rischieranno più di pagare tutto di tasca propria, in caso di eventuali errori. Ma soprattutto, grazie al lavoro del sottosegretario Mantovano, rendiamo più omogeneo, chiaro e semplificato l'ambito d'intervento della magistratura contabile, in nome di un’Italia sempre più orientata verso la modernità".      
—politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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