Violenza sulle donne, Centro Ananke Pescara: dati locali in crescita
Violenza sulle donne, alla vigilia del 25 novembre il Centro Ananke ha diffuso i dati locali dinanzi a 500 studenti delle scuole superiori
PESCARA Sono state 325 le donne che dal primo novembre 2022 al 31 ottobre 2023 si sono rivolte per la prima volta al Centro antiviolenza Ananke di Pescara, il 4 per cento in più rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo sono state 70 le chiamate arrivate dai diversi nodi della rete antiviolenza o da altri centri. Le donne accolte nel Centro Ananke sono state 197 e 153 quelle che hanno avviato un percorso. Nel 78 per cento dei casi si tratta di donne italiane e la provincia di provenienza è nel 77 per cento dei casi quella di Pescara.
Il 29 per cento delle donne ha tra 40 e 49 anni – è la fascia più consistente – e aumentano le giovanissime (18-29 anni), il livello di istruzione è medio-alto per il 47 per cento (diploma) e il 51 per cento ha un lavoro (ma per il 25 per cento di queste donne la situazione economica è precaria). Il 36 per cento non è economicamente indipendente e non ha un lavoro. Il 73 per cento ha figli a carico che in molti casi hanno assistito alla violenza o l’hanno subita. Le violenze sono per lo più di tipo psicologico, fisico ed economico e un numero non trascurabile riguarda le violenze sessuali e lo stalking. Il dato sull’autore della violenza riguarda per lo più il partner attuale (52%), al secondo posto l’ex partner (39%). Il maltrattante è generalmente italiano (77 per cento), ha tra 40 e 59 anni (53 per cento) con un livello di istruzione medio alto (35%) ed è occupato (63%). Tra i bisogni espressi dalle donne emerge la richiesta di ascolto con il supporto emotivo.
Sono alcuni dei dati del Centro Antiviolenza Ananke diffusi questa mattina, davanti a oltre 500 studenti delle scuole superiori, dal vice sindaco di Pescara Adelchi Sulpizio, assessore alle Politiche sociali, nell’ambito di uno degli incontri promossi per dire no alla violenza contro le donne. <I dati ci dicono che dobbiamo continuare a lavorare per contrastare la violenza, che coinvolge tutte le fasce sociali e di età e tutto il territorio, senza distinzioni di reddito e titolo di studio. Dobbiamo continuare a sensibilizzare i ragazzi, come abbiamo fatto in questi anni, affinché di questo fenomeno non se ne parli più>, ha proseguito Sulpizio ricordando che a Pescara è attivo anche un Centro ascolto maltrattanti, aperto agli uomini autori di violenza. <I dati fanno capire>, ha proseguito il vice sindaco, “<fanno capire che la violenza c’è ma anche che aumenta la spinta a denunciarla>.
<Il nostro è un osservatorio parziale, perché riguarda solo le donne che si rivolgono al Centro Antiviolenza, per cui questi dati non riguardano tutti i casi in assoluto>, commenta Brunella Capisciotti, presidente di Ananke. <Per noi il numero delle donne prese in carico è stabile, non è più preoccupante degli anni precedenti, insomma ci allarma nella stessa misura. In questi giorni di sensibilizzazione le telefonate e le richieste di appuntamento che riceviamo aumentano ma c’è anche chi si ritrae, si spaventa e rischia di rimanere nell’ombra. Invece bisogna capire che dalla violenza si può uscire, chiamando il 1522, affrontando il problema con personale specializzato. Un dato particolare è quello relativo alla fascia di età delle vittime, che si abbassa, per cui è importante lavorare con le ragazze, perché le prime relazioni possono avere le stesse caratteristiche di quelle instaurate dagli adulti>.
All’incontro di oggi ha partecipato anche il presidente del Tribunale, Angelo Bozza.
<Le donne vittime di violenza non devono essere lasciate sole, è indispensabile fare rete, coinvolgere tutti> ha detto. <Qui a Pescara Ananke funziona benissimo e qui sono stati creati dei centri di accoglienza: insomma è stato fatto tanto. Secondo me il fenomeno ora sta emergendo, rispetto al passato, e questo è positivo, ma queste persone vanno accolte. E’ importante che le strutture sociali, le forze di polizia e la magistratura siano presenti al momento giusto, ed è fondamentale la prevenzione. Le giornate come quella di oggi sono utilissime. E poi bisogna denunciare, nel momento in cui le donne colgono i sintomi di una situazione che non è normale e che può diventare rischiosa>.
Luca Battaglia, del Centro di ascolto uomini maltrattanti, ricorda che <esiste un luogo in cui anche gli uomini che hanno agito violenza possono confrontarsi e avviare un percorso, incontrarsi e parlare dei problemi che li affliggono. Il primo passo è la responsabilizzazione, andare a parlarne con qualcuno, che non significa autoaccusarsi ma ammettere che c’è un problema al maschile e che si compiono degli atti che creano dolore. I numeri dicono che c’è ancora pochissima consapevolezza da parte degli uomini: a loro chiedo di avere un moto di coscienza e rendersi conto se si sta creando sofferenza alle persone che diciamo di amare>.