Aprile 16, 2024

Il Governo richiede i soldi ai familiari della vittime del terremoto dell’Aquila

L'Aquila, 15 anni fa il terremoto: il programma delle iniziative

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Indignazione e risentimento dei familiari per la richiesta della restituzione delle somme percepite a seguito della sentenza del 2012

L’AQUILA Sono stati recapitati i primi atti di citazione in giudizio da parte del premier Gentiloni ad alcuni dei familiari delle 309 vittime del terremoto del 6 Aprile 2009 all’Aquila. L’atto giudizio inizia così: “La Presidenza del Consiglio dei ministri, codice fiscale 80188230587, in persona del Presidente pro tempore, rappresentata e difesa dall’Avvocatura dello Stato… premesso che… “ e prosegue “A seguito del noto sisma che ebbe ad interessare la città di L’Aquila fu instaurato un procedimento penale a carico di Barberi Franco ed altri, nel quale la Presidenza del Consiglio dei ministri era responsabile civile. Con sentenza numero 380 del 2012, depositata il 18 gennaio 2013, il Tribunale penale di L’Aquila condannò la presidenza del Consiglio dei ministri nella qualità di responsabile civile, ed in via solidale con gli imputati, al pagamento di provvisionale immediatamente esecutiva…”. I sette componenti della commissione Grandi Rischi (Franco Barberi, allora presidente vicario della commissione; Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile; Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia; Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti; Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case; Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile) sono stati condannati il 22 Ottobre 2012 a 6 anni di carcere ciascuno, con l’accusa di omicidio e lesioni colpose, dopo avere rassicurato la popolazione a pochi giorni dalla catastrofe e sottovalutando il rischio di un grave terremoto. La sentenza di colpevolezza portò a rendere immediatamente esecutivi i risarcimenti. Il 10 Novembre 2014, 6 indagati euro assolti, solo De Bernardinis, braccio destro dell’allora capo della Protezione civile Bertolaso, fu condannato a due anni di carcere. Franco Gabrielli, ex prefetto dell’Aquila, allora capo della Protezione civile e ora capo della Polizia, ha richiesto i soldi elargiti, anche con atti “di messa in mora e intimazione di pagamento”. Scrive Gabrielli: “Alla luce della pronuncia della Corte d’appello del 12 novembre 2014, in parziale riforma della prima sentenza… si invita e si diffida alla restituzione delle somme percepite e a corrispondere, senza indugio, … Il versamento dovrà essere effettuato mediante bonifico a favore della Banca d’Italia… sul conto corrente… intestato alla Presidenza del Consiglio dei ministri”. Molti familiari delle vittime non hanno ancora dato risposta alle lettere e rimangono indignati dai fatti accaduti.  

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